Come nasce la pressoterapia?
La pressoterapia nasce con l’intento di trattare essenzialmente disturbi circolatori di origine:
- Linfatica
- Venosa
- Mista
In estetica è inoltre funzionale per:
- massaggio linfodrenante gambe e braccia
- ritenzione idrica
- Cellulite
- piedi e gambe gonfie o pesanti
- relax e prevenzione crampi
- sovrappeso
- tonificazione
Il fattore fondamentale sul quale va ad agire la pressoterapia è l’edema.
Qual è il meccanismo fisiopatologico contro cui agisce la pressoterapia?
1 il deflusso del sangue è rallentato, o ostacolato (per alterazione del sistema valvolare o insufficienza della pompa muscolare)
2 aumenta la pressione oncotica ed osmotica perivascolare
3 aumento della pressione interstiziale.
Risultato: ritenzione idrica ed edema che determineranno minor apporto di ossigeno e di nutrienti alle cellule che di conseguenza lavoreranno meno e male.
In caso di disturbi vascolari questa stasi è localizzata prevalentemente a livello soprapatellare e perimalleolare.
Come agisce la pressoterapia?
Con questa metodica si esercita una pressione graduale sui tessuti interessati, in modo da generare un gradiente pressorio in senso disto-prossimale. A questo vengono alternate fasi di rilasciamento. Questa sequenzialità e intermittenza della compressione associati a uniformità, peristalsi e gradualità determinano un incremento del drenaggio emolinfatico centripeto perché creano un:
- Aumento della velocità di flusso venoso nella zona compressa (per effetto della riduzione del calibro dei vasi) con distensione dei vasi nella zona a valle
- Aumento della velocità del flusso linfatico e della sua portata iniziale (per riassorbimento dei fluidi)
Questo, oltre a ridurre visibilmente l’edema comporta poi una risposta fisiologica delle cellule endoteliali mediante rilascio di sostanze ad azione antitrombotica, profibrinolitica e vasodilatatrice.
Certo non si può eliminare il blocco e quindi la causa a monte ma si dimostra molto efficace nei linfedemi iniziali a componente idrica.
La pressoterapia pneumatica può essere aggiunta a linfodrenaggio manuale, bendaggio, ginnastica decongestiva, biostimolazione e cura della cute. Il tutto deve avvenire sotto controllo medico anche perché in alcuni casi si deve evitare un’evoluzione fibrosclerotica dovuta al rapido ripristino osmotico della componente idrica subito dopo la pressione dovuta alla perdita dei fluidi stessi.
Quali sono i parametri da valutare per impostare un adeguato trattamento e che condizionano il risultato?
- il tipo di apparecchiatura utilizzata
- la sequenza compressiva
- la pressione applicata e il tempo in cui viene applicata
- lo stadio clinico della patologia
- la tollerabilità del paziente.
E’ importante ricordare che a pressioni più alte non sempre corrispondono effetti e benefici maggiori; la pressione massima esercitata con la pressoterapia non dovrebbe superare la pressione arteriosa minima per non ostacolare l’arrivo di sangue ossigenato nei tessuti e quindi evitare il rischio di ischemia muscolare. E’ quindi indispensabile valutare caso per caso ed effettuare un esame doppler in casi di linfedemi con fibrosclerosi dovendo stabilire fino a quali parametri pressori ci si può spingere.
Trattamenti
Vengono posizionati gli elementi pneumodistensivi, dei cuscini ad aria, quindi più camere che si gonfiano sequenzialmente su vari distretti corporei (gambali, bracciale e fascia addominale/glutei) creando un’onda pressoria. Un maggiore numero di elementi consente una migliore frammentazione dell’edema ottenendo una maggiore e più uniforme capacità di drenaggio dei fluidi.
Al termine del trattamento è normale se aumenta la diuresi perché si aumenta il drenaggio, mentre un’altra parte dei fluidi mobilitati viene recuperata dal microcircolo capillare. In questo modo avremo anche un effetto detossificante di tutto l’organismo ed uno smaltimento delle
tossine.
Per ottenere un’evidente riduzione del volume bisogna effettuare più trattamenti.
Controindicazioni
Il trattamento pressoterapico è controindicato in soggetti con insufficienza cardiaca dato che il precarico cardiaco legato al riassorbimento idrico può aumentare rapidamente, così come in pazienti con ipertensione non controllata. Negli arteriopatici la pressione applicata al microcircolo cutaneo può indurre la comparsa di lesioni ischemiche cutanee. Assolutamente no anche in pazienti con trombosi venosa recente perché aumenta il rischio di embolia polmonare.
In pazienti con infezioni cutanee l’incremento della portata linfatica può favorire la disseminazione microbica.
Sconsigliato anche in gravidanza e durante trattamenti oncologici.